WYCON e le campagne anti-abortiste

WYCON ha da poco lanciato la campagna “No more tears” dichiarandola contro la violenza sulle donne,  specie nel periodo più importante della loro vita,  la gravidanza. Per l’occasione ha messo in vendita un prodotto (mascara+eyebrow) i cui proventi andranno al Centro Aiuto Vita dell’ ospedale Buzzi di Milano.

All’inizio ho pensato fosse un’iniziativa lodevole, perché la violenza sulle donne é sempre da condannare.

Poi mi sono accorta che qualcosa strideva. E quel che ho visto mi ha dato molto fastidio.

Centro Aiuto alla Vita. Quelle associazioni presenti negli ospedali e consultori che, tra le altre cose,  fanno pressioni sulle donne incinte per non abortire.

Ora, l’aborto in Italia è un diritto ed è sancito  dalla legge.  Potrete non essere d’accordo ma è legge.  Ovviamente tutti sarete al corrente di quanto sia difficile in Italia esercitare questo diritto, tra tempistiche della burocrazia e schiere di medici obiettori che affollano i nostri ospedali (con percentuali scandalose che vanno dal 70 al 90%).

Sostenere un Centro Aiuto Vita vuol dire sostenere un ente che lotta per far sì che un diritto sancito dalla legge non venga applicato.

L’aborto è un tema delicato, ed è una scelta talmente delicata e intima che è veramente un controsenso che persone terze facciano pressioni per convincere una donna, già in un momento in cui è debole e confusa.

Attenzione anche alle parole che ho evidenziato in grassetto,  che dicono che la gravidanza è il periodo più importante della vita di una donna. Queste parole sono riportate su Fb dall’account WYCON come commento alla foto.

Come se l’unico scopo della vita di una donna fosse fare figli.  Certo, è importante ma non è l’unico scopo.

Siamo quasi nel 2017 e ancora dobbiamo vedere cose del genere, figlie di una mentalità retrograda e chiusa.

Noi siamo le nuove generazioni.  Facciamo sì che qualcosa cambi in questa vecchia Italia.  Diciamo no a campagne di questo genere.

Sono aperta a qualsiasi scambio di considerazioni vogliate fare nei commenti,  visto il tema molto dibattuto.

26 risposte a "WYCON e le campagne anti-abortiste"

  1. A me fa non piace per niente che parlino di violenza sulle donne per poi tirare in ballo la gravidanza. Esistono molte storie di violenze in ospedale a danno di donne partorienti (che vengono insultate, lasciate a soffrire per ore e altre cose tremende che ho letto in un reportage), ma non mi pare che questa associazione si occupi di questo, giusto? Quindi che c’entra la violenza sulle donne? Per fugare ogni dubbio ho fatto qualche ricerca online e si conferma quello che dici, che si tratta di un centro che aiuta le donne a NON abortire (convincendole, in sostanza). Per carità, gli aiuti alle donne in difficoltà che vogliono avere un bambino sono più che giusti, ci mancherebbe: ma mascherare questa campagna per una lotta alla violenza sulle donne no. Condivido il tuo disgusto.

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  2. Impedire ad una donna di abortire, visto che la legge lo consente, non è una forma di violenza?
    Credo che purtroppo manchi completamente una base a questo discorso, come puoi pretendere di sostenere la famiglia se poi la donna è discriminata a lavoro perché, avendo un figlio, inevitabilmente si assenterà? E come pretendi di aiutare chi sceglie con sofferenza di portare a termine una gravidanza e magari dare in adozione il figlio, se i tempi per affidarlo ad una famiglia sono orribilmente lunghi e gli iter burocrati e spesso inutili?
    Penso che non si possa fare una sola considerazione di questo argomento che è davvero molto ampio, perché se è vero che da un lato c’è carenza di sostegno, dall’altra a volte c’è anche una parte di donne che approfitta di certe condizioni.
    Sulla mia pelle sto vivendo il difficile cammino di una separazione, una “madre” alcolista e incosciente che per la legge sembra avere un mucchio di diritti, ma davvero pochi doveri.
    Credo davvero che spesso basterebbe soltanto un po’ di buonsenso, da parte di tutti, per poter davvero rendere concreta la libertà della democrazia che, teoricamente, dovrebbe muovere il paese.

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  3. sono completamente d’accordo con te! Aiutare una associazione che “aiuta” le donne a non abortire mi sembra un controsenso! Ci sono migliaia di modi in cui ci viene fatta violenza, che sia verbale, che sia una discriminazione (io lavoro in una azienda metalmeccanica.. vi lascio immaginare!!), che sia violenza fisica fino ad arrivare al femminicidio. Avevo visto anche io la campagna di Wycon e mi dispiace, ma questa volta non mi trovano favorevole.

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    1. Ciao! Fosse stata una campagna solo contro la violenza sulle donne, legata a un’associazione che si occupa ‘solo’ di quello sarei stata favorevolissima (tra l’altro il prodotto in sè mi sembra interessante). Ma così com’è stata concepita non la condivido!

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  4. Uno dei fondatori del CAV dell’Ospedale Buzzi di Milano è stato il Dott. Mauro Buscaglia, principale sostenitore in Italia della legge 194 sull’aborto: in WYCON cosmetics crediamo nell’assoluta libertà decisionale delle donne in merito alla scelta sulla maternità, e lottiamo contro ogni violenza fisica e psicologica di uomini che con la forza, vogliono imporre coattivamente la loro.

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    1. Gentile Fabio, quello che Lei riferisce in merito alla creazione del CAV Buzzi è sicuramente vero, e sicuramente le intenzioni all’epoca saranno state le migliori (fornire assistenza psicologica e materiale,.. ). Tuttavia, ad oggi, la situazione in Italia è innegabilmente interpretabile in maniera univoca: il diritto all’aborto non viene garantito come dovrebbe e le donne subiscono tutta una serie di pressioni finalizzate a tenere il bambino. I CAV non fanno eccezione: la mia personale esperienza è che assumono un atteggiamento piuttosto aggressivo mascherandolo da ‘consiglio’, e Le assicuro che ho sentito altre persone concordare, anche distanti geograficamente, cosa che mi fa supporre che si tratti dunque di una pratica consolidata. Inoltre, i CAV sono espressione del Movimento per la Vita (MPV): chiunque può fare una ricerca online o in passato ha visto alla tv immagini dei cortei che ciclicamente il Movimento organizza per manifestare a favore della vita, contro la legge 194 ecc. In tali occasioni, gli slogan che si possono leggere sui cartelli sono a dir poco agghiaccianti: “Molti ospedali sono campi di sterminio”, “Aborto: la strage degli innocenti”, “Aborto è violenza”, “Basta genocidi silenziosi” e via dicendo. Ora Lei mi deve spiegare se tali esternazioni non sono forse una forma di violenza psicologica nei confronti di chi, già in una situazione molto delicata, si trova a valutare una possibile interruzione di gravidanza. Per finire, le cito anche un estratto di un’intervista del 2013 al vicepresidente MPV, Morandini, che ha addirittura paragonato la legge 194 del 1978 alle leggi sulla schiavitù e ai campi di concentramento nazisti. Ma lei mi assicura che tale movimento e i centri ad esso legati non operano alcuna pressione psicologica cercando di convincere le donne a non abortire. Io, in tutta franchezza, continuo a non concordare.

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      1. Tutto questo con la campagna WYCON cosmetics non c’entra nulla, ne conosco le posizioni degli altri CAV italiani. Il nostro progetto sostiene donne vittima di violenza, che sono costrette con la forza da uomini privi di etica e senza scrupoli, ad abortire. Noi premiamo la liberta di scelta, le donne devono essere libere di fare ciò che vogliono e condanniamo ogni forma di pressione, come quelle citate nella sua risposta. Per cronaca: lo stesso Ospedale Buzzi ha un centro IVG presso il Padiglione Guaita, 2°piano.

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        1. Sul sito di Wycon (https://www.wyconcosmetics.com/it/charity-program/no-more-tears) però non ci sono le parole “costrette ad abortire”, le leggo ora, qui in questo commento. Si parla genericamente di violenza durante la gravidanza.
          Come mai non è espresso con tanta chiarezza lo scopo reale di questa iniziativa? Perché lasciare intuire qualcosa che non è?
          Ovviamente a Wycon sono liberi di appoggiare la causa che ritengono migliore.
          Ovviamente io sono libera di comprare i cosmetici da chi non appoggia cause che non condivido.

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    2. Fabio, le risponderò qui come sulla mia pagina nella speranza che legga quanto riportato e che TUTTI possano aver modo di conoscere.
      Gentilissimo, potrei risponderle esattamente come la mia amica Manuela ha fatto sul suo blog, citando fatti e testimonianze, ma credo potrebbe sembrare ridondante e ripetitivo perchè già Manuela è stata molto esauriente. Concludo semplicemente con il fatto che i CAV e il movimento per la vita approfittano di momenti di solitudine e debolezza delle donne per far leva su eventuali sensi di colpa, paure e angosce allo scopo di evitare l’aborto. Intendiamoci, per quanto io sia a favore della ru486 e della libertà di scelta di ogni donna, concordo e comprendo quindi anche le donne che scelgono, desiderano e vogliono, essere madri. Ma non è comprensibile né tollerabile accettare nel 2017 l’esistenza di movimenti particolarmente “entranti” e gentilmente aggressivi come il Movimento per la vita. È giusto difendere i propri diritti, sempre, ma è assurdo, fuorviante e ai limiti della legge, cercare di opprimere e cancellare quelli già esistenti. Il lavoro di aiuto e sostegno dei CAV alle donne in difficoltà, ragazze madri, vedove, donne senza lavoro e bambibi a carico è sicuramente apprezzabile e da sostenere, ma la parte che riguarda il manifestare contro il diritto all’aborto è da reputarsi quasi offensivo. Possiamo scegliere e dobbiamo scegliere, nessuno ha il diritto di opprimerci o di impedire di prendere delle decisiono tanto importanti quando sofferte come l’aborto. Se quindi avreste voluto VERAMENTE aiutare donne vittime di abusi e violenze, avreste potuto optare per molte altre associazioni, alcune anche presenziate da avvocatesse. Per noi donne sveglie, informate e che leggiamo bene quanto riportato su bandi, promozioni e raccolte fondi, rendersi conto che i soldi di una campagna andranno a sostenere movimenti antiabortisti e cattolici, ci sembra una gran presa in giro, soprattutto quando tale campagna viene presentata a sostengo delle vittime di violenza (e non per i centri di aiuto alla vita che, sicuramente, trattano di tutt’altro).

      Ps: se le informazioni riportate sono inesatte, la prego, ci corregga e ci illumini lei.

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  5. D’accordo al 100% con quello che hai scritto! Questa campagna proprio non mi piace, non si potrebbe combattere la violenza sulle donne a prescindere dalle loro scelte riproduttive?

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  6. Ciao!
    Personalmente ti ringrazio per aver portato alla luce un tema così importante. La donna è ancora, troppo spesso, vincolata al ruolo di madre. Fortunatamente, la maternità è una scelta e non è legata all’essere donne. Gli antiabortisti si impegnano in campagne abominevoli ma quantomeno esplicite, ma gran parte delle persone ancora condanna in maniera subdola l’aborto. Proprio come in questa campagna. Si pone l’accento su una questione difficile, ma non si dimentica di colpevolizzare un diritto. E’ un comportamento scorretto e viscido, è una propaganda mascherata da iniziativa lodevole. Io, personalmente, non mancherò di esprimere il mio dissenso, come sempre fatto in situazioni simili, all’azienda.

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  7. Ho notato la campagna Wycon per la prima volta su Facebook, condivisa sia da te che da loro. Ho letto prima il tuo commento alla cosa, poi l’intero post pubblicato dall’azienda.
    Mi viene da dire per fortuna, altrimenti avrei anche io come molte pensato che si trattasse di un’iniziativa contro la violenza sulle donne, punto. Non avevo fatto effettivamente caso al fatto che i fondi fossero destinati ad un CAV, quindi ti ringrazio.
    Aggiungo che ho letto tutti i commenti e sono d’accordo sia con te che con le ragazze che hanno espresso la propria opinione, non ho più nulla da dire perché avete espresso perfettamente il mio pensiero.

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  8. Azz se hai ragione. È una cosa scandalosa. Chi vuole aiutare le donne a procreare come unico scopo della vita… (peggio degli animali insomma) e chi vuole renderci mamme a tutti costi come fossimo nate obbligatoriamente x riprodurci… insomma ma un diritto sarà bene un diritto… e allora sta libertà di scegliere la vogliamo rivendicare o dobbiamo dare ascolto a tutte ste boiate? ?? X nn essere scurrile.. che mi sto surriscaldando 😉

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  9. Giusto per sottolineare l’importanza della questione…anche il PAPA ha detto che meritano l’assoluzione da parte dal parroco e non più con mandato del vescovo tutte le donne che hanno deciso di abortire e i medici che hanno provocato l’aborto, purché pentiti e non devono più essere scomunicati.
    Posto che non sono religiosa, il fatto che il papa abbia preso questa decisione è lodevole, anche se sentire parlare di scomunica mi fa tornare con la mente al ‘200 quando bruciavano le streghe…siamo nel 2016 e ci manca solo che in un paese “civile” l’aborto non sia un diritto.

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